Francis Offman

Butare, Ruanda, 1987
Shortlist

24° Premio Cairo

Da un lato, un linguaggio pittorico fresco e innovativo, dall’altro l’esperienza personale che diventa universale. I dipinti di Francis Offman (nato a Butare in Ruanda nel 1987 e trasferitosi in Italia nel 1999, carriera già internazionale con mostre come la recente personale alla Secession di Vienna), evocano il paesaggio ma rimangono astratti.

Non intelaiati, vengono realizzati con carta da parati, stoffe, colori acrilici, fondi di caffè da cui viene ricavato il pigmento. Il fatto di “costruire” in proprio i colori è un omaggio ai maestri della pittura antica. L’utilizzo del caffè rappresenta un ponte ideale tra Ruanda, dove la coltivazione intensiva è stata storicamente causa di sfruttamento e dove è stato a lungo proibito consumarlo, e Italia, dove è considerato “bevanda nazionale”. Un modo, spiega, per «chiedersi da dove vengono le cose che consumiamo». Senza proclami didascalici, perché «ci sono molti modi di dire le cose: si può gridare senza alzare la voce».

Stefano Castelli