Giuseppe Lo Schiavo
stampa Fine Art su carta cotone Hahnemuhle, cm 135x190, e pannello informativo con l’EEG.
L’opera Self Neural Portrait è stata scelta dalla giuria "per il complesso e rigoroso lavoro che si pone come punto d’incontro tra pratica artistica e sapere scientifico realizzando un’immagine sintetica e innovativa in cui alle onde del mare (il mondo esteriore) fanno da contrappunto quelle cerebrali (il mondo interiore), onde entrambe ingovernabili"
Il giovane artista si aggiudica il premio di 25 mila euro e la sua opera entra a far parte della Collezione Premio Cairo.
Nato a Vibo Valentia nel 1986 si è laureato in Architettura presso La Sapienza di Roma.
Con l’opera in concorso Self Neural Portrait l’artista, conosciuto anche come GLOS, ci offre una dimostrazione di “fotografia sintetica”, ovvero una tecnica che non utilizza il tradizionale apparecchio fotografico, bensì metodi basati sul computer. Osserviamo un mare impetuoso che incombe fuori da una finestra spalancata, minacciando la domestica placidità di un davanzale su cui sono esposti un vaso di fiori bianchi, un’enigmatica sfera riflettente e, soprattutto, un sapone antibatterico “soulwash”, che promette ironicamente di detergere da ogni batterio ma di lasciare intatti i nostri problemi quotidiani. Nelle intenzioni dell’artista, l’opera racconta l’ansia sociale e impossibilità di far fronte alle sfide del mondo contemporaneo, impossibilità cui rispondiamo con rassegnazione e con strategie inefficaci che hanno il solo scopo di distaccarci dalla realtà. Accanto all’opera notiamo poi un elettroencefalogramma, realizzato da Alberto Sanna, direttore del Centro di ricerca sulle tecnologie avanzate del San Raffaele di Milano, ed eseguito sull’artista stesso mentre osserva
l’immagine da lui prodotta, suggerendo così un parallelo tra le onde del mare e quelle cerebrali, tra il furioso mondo esterno e il più sfuggente, ma altrettanto ingovernabile, mondo interiore.
Giulia Oglialoro