Elia Cantori

Ancona, 1984
Artista

21° Premio Cairo

Nato ad Ancona nel 1984, diplomato alla Slade School of fine art e al Goldsmiths College di Londra, spazia dalla scultura all’installazione, dalla fotografia al video. Tra le sue mostre più importanti: THAT’S IT! al Mambo (Bologna, 2018), Versus alla Galleria Civica (Modena, 2016) e Camera. Sulla materialità della fotografia al Palazzo De’ Toschi (Bologna, 2016).

L’ibridazione tra diversi mezzi espressivi è il tratto distintivo della ricerca di Elia Cantori (Ancona, 1984): in Untitled (Black hole), la sua opera in concorso, scultura e fotografia dialogano tra loro e si fondono. Sulla superficie di un’imponente struttura in resina, che richiama un imbuto oppure un megafono, si trova infatti impressa in negativo un’immagine dello studio dell’artista. Senza ricorrere alla macchina fotografica né alla stampa, Cantori ha costruito una camera oscura per poi inserirvi la scultura opportunamente ricoperta di emulsione. Aprendo il foro stenopeico, l’immagine dello spazio circostante ha potuto fissarsi sulla superficie in resina. L’effetto ottico è suggestivo, con le pareti e gli oggetti presenti al momento della realizzazione dello “scatto” che sembrano convergere verso il fulcro della scultura. Ritornando su un elemento ricorrente delle sue opere, il suo personale spazio di lavoro, Cantori prosegue le sue ricerche che prevedono di volta in volta la “costruzione”del mezzo tecnico più adatto, in alcuni casi riadattando al contemporaneo sperimentazioni proprie delle avanguardie novecentesche.

«La mia è una ricerca sul concetto di spazio che applico anche alla fotografia», spiega l’artista. «Più che il risultato finale, mi interessa il processo, la distorsione dell’immagine e la sua trasformazione. Per effetto della curvatura della superficie, si ha l’impressione che l’immagine sia risucchiata dal foro centrale come in un buco nero». Impressa su un elemento scultoreo, la fotografia guadagna peso e concretezza, ma allo stesso tempo rimane evanescente e precaria, evocando in ultima analisi la propria sparizione.

 

Stefano Castelli

Untitled (Black hole)

Emulsione fotografica, vetroresina e acciaio, cm 197x145x237.