Corinna Gosmaro

Il lavoro di Corinna Gosmaro (Savigliano, 1987) sintetizza le riflessioni dell’artista sui meccanismi percettivi che regolano la fruizione dell’“oggetto ambiguo” per eccellenza: l’opera d’arte. In linea con i riferimenti teorici che affiancano la sua pratica artistica, ancorata a spunti e suggestioni derivati da una pluralità di discipline (dalla filosofia alle neuroscienze), Nesting, l’opera in concorso, ci ricorda che l’oggetto artistico è uno specchio: ogni volta che entriamo in relazione con un’opera, osservandola, non possiamo fare a meno di filtrarla attraverso i vissuti, la cultura, il sistema neuro-fisiologico che ci definiscono, come singoli individui e come specie.

Non a caso il supporto del dipinto, costituito da due fogli in fibra di poliestere, è uno dei materiali prediletti di Gosmaro: usato in ambito industriale come filtro per l’aerazione, è qui impiegato al posto della tela proprio per le sue proprietà filtranti, che da una parte consentono di applicare il colore sia sul fronte che sul retro, e perciò di convertire la superficie del dipinto in spazio tridimensionale, dall’altra, sul piano metaforico, di rappresentarne compiutamente il nucleo concettuale. Penetrando nelle fibre sintetiche a profondità variabili, i colori creano un intreccio di forme dinamico, in cui ciascuno rileggerà la propria storia, emotiva e biologica, nonché la messa in scena del modo in cui l’essere umano reagisce agli stimoli visivi, organizzando narrazioni in apparenza lineari, in realtà molto complesse, pluristratificate e in continua evoluzione.

Sara Boggio