Eric Serafini
La pittura di Serafini è una sorta di macchina a raggi X, che non vede l'interno degli oggetti ma ne inquadra la storia. Come se (e probabilmente così è) tutto si trasformasse conservando nell'anima - nel profondo - lo spirito dei tempi antichi, e Serafini riuscisse, con i suoi segni morbidi e fluidi, a strappare alle cose questi preziosi segreti. Gli interessa la riproduzione credibile - realistica e pseudofotografica - ma ben presto la trasforma in una visione onirica, resa assurda e fantastica dal viraggio seppia e dalla solarizzazione di alcune parti del dipinto. Gli piace la patina antica, da pergamena, ma la cancella subito puntinandola con superfici minime di colori accesi e fosforescenti, che sembrano consumarla e bruciarla dal fondo.
Ha partecipato all'8° Premio Cairo nel 2007.
Venezia 1, 2002, lacca acrilica, cm 105 x 140
Paris dgtno, 2003, olio su tela, cm 140 x 105