Cecilia Granara
21° Premio Cairo
Nata a Gedda nel 1991, studia pittura al Central St. Martin’s College of art and design di Londra e all’École nationale supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Espone in numerose mostre tra cui Je suis avant, Je suis presque, Je suis jamais presso il Centre D’art du Parc Saint Léger (Pougues-Les-Eaux, 2020) e The independent summit presso il MAXXI (Roma, 2020).
C’è sempre una spiccata vitalità nei dipinti di Cecilia Granara (Gedda, 1991): l’artista ritrae corpi nudi e liberi dal pudore, spesso fusi a piante o animali, capaci di irradiare gioia e una delicata seduzione. Nascere, l’opera in concorso, ci mostra una figura umana compenetrata a un serpente, che attraversa il personaggio come una forza ancestrale; per sottolineare ancora di più questo stato di metamorfosi o di speciale travaglio, la figura umana, nell’atto di far nascere, espelle delle fiamme. Se il disegno è sintetico ed essenziale, le tonalità calde e sature del serpente, così come le diverse gradazioni di blu che dominano la tela, sono frutto di una lunga ricerca da parte dell’artista, che ama mescolare tecniche e pigmenti diversi in modo da ottenere colori originali, capaci di pungere lo sguardo dello spettatore senza risultare disturbanti.
Granara ha vissuto a Roma, Città del Messico, New York e Parigi, dove attualmente risiede: questo nomadismo traspare dalle sue tele, come se i quadri fossero delle frontiere continuamente permeate da influenze diverse e persino contrastanti – dalle figure fluttuanti di Chagall alle linee morbide dell’arte messicana, fino ad arrivare alle pennellate acide dell’Espressionismo tedesco, mitigate però della loro carica aggressiva. Tempo e spazio sono dunque aboliti, in questa come in altre tele: ciò che resta è un’estatica sospensione, uno stato metamorfico e confusionale, dove si perdono i confini tra i corpi e la vita viene celebrata come una forza antica e carnale.
Giulia Oglialoro
olio e acrilico su tela, cm 160x130.