Alice Faloretti

Brescia, 1992
Shortlist

21° Premio Cairo

Nata a Brescia nel 1992, studia pittura all’Accademia di Belle arti Santa Giulia di Brescia e all’Accademia di Belle arti di Venezia. Vincitrice del premio Frase contemporary art 2019, vanta numerose esposizioni tra cui Selvatico [14] al Museo Civico Luigi Varoli (Cotignola, 2019) e la 102a Collettiva della Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia, 2019).

Non siamo padroni o abitanti stabili, ma passeggeri, ospiti provvisori di una Terra che non conosceremo mai per intero. È questo che ci suggerisce Demorari, l’opera di Alice Faloretti (Brescia, 1992) realizzata per il Premio Cairo, enigmatica sin dal titolo. Se il verbo “dimorare” rimanda all’idea di abitare un luogo in maniera stabile, la sua etimologia latina “demorari” insinua una sfumatura di incertezza, perché letteralmente significa trattenersi, indugiare. Questo senso di provvisorietà è espresso dall’artista attraverso una pittura magmatica e viva, con tratti densi di azzurro, verde e rosso carminio che forse un tempo furono maree, foreste, cieli al tramonto. Il punto di partenza di Faloretti, infatti, è sempre un paesaggio reale – visto di persona, oppure solo attraverso una delle innumerevoli fotografie che circolano sul web – cui poi l’artista sovrappone i propri ricordi, sogni e immaginazioni. Più che di sovrapposizione, però, si potrebbe forse parlare di un mescolamento, di una continua contaminazione fra la traccia di realtà e il segno dell’artista, di una trasformazione alchemica in cui gli elementi non assumono mai una forma definitiva. I soggetti dipinti da Faloretti appaiono così diluiti, irriconoscibili, scompaiono gli orientamenti e i piani prospettici: non c’è traccia dell’umano, in questa come in tutte le tele dell’artista; se esiste deve essere disperso in mezzo a tutto il resto, partecipe di un mondo in perpetuo cambiamento, dove nulla  è fatto per durare.

Demorari

Olio su tela, cm 200x170.