Simone Gori
24° Premio Cairo
Nato a Firenze nel 1986. Vive e lavora a Prato.
MOSTRE
2024 Pars Caeli, mudaC, Carrara (MS).
2021 Paesaggi Contemporanei, Radicondoli (SI).
2021 Chiantissimo, San Casciano Val di Pesa (FI).
Il cielo e le nuvole, elementi iconografici ricorrenti nell’arte di Simone Gori, sono protagonisti assoluti del lavoro in mostra. Concepito dall’artista come una “reliquia atmosferica”, Frammento d’infinito cattura in forma di “fotografia scultorea” una porzione di cielo. L’immagine stampata su una struttura di vetro dal bordo frastagliato assume peso, concretezza e spessore, ma rimane solo un frammento. L’idea di poter cogliere e trattenere l’infinito viene così allo stesso tempo suggerita e negata. Come suggerisce Gori, «l’opera evoca la possibilità di trattenere l’immateriale, ma anche una catastrofe silenziosa, una frattura della continuità. Nasce dal desiderio di cristallizzare l’istante esatto in cui qualcosa si rompe, ma la luce rimane». Luce e trasparenza, più che la riproduzione fedele del soggetto, sono in effetti i punti sui quali si è concentrato l’artista, per dare all’immagine caratteristiche “atmosferiche”. «Rendere visibile la fragilità dell’invisibile è poi anche un gesto politico sottile», commenta. «In un’epoca in cui l’atmosfera è costantemente monitorata, l’idea di possedere un pezzo di cielo assume il valore di un atto poetico e di resistenza». L’opera sfugge a una visione unidirezionale: il suo verso non è definito e può essere allestito in svariate posizioni.
Stefano Castelli
metallo, vetro, cm 135x175.