Fabio Viale
marmo bianco e pigmenti, cm 181x161x116
"L’artista ha colto il consenso della giuria in quanto la sua opera, oltre ad avere una composizione formale compiuta, utilizza uno dei materiali-simbolo della tradizione dell’arte italiana, mettendo però in atto un forte spaesamento percettivo che coinvolge e stimola l’empatia dell’osservatore."
Il vincitore, Fabio Viale, si aggiudica il premio di 25.000 euro.
Nato nel 1975 a Cuneo. Vive e lavora a Torino.
Tra le mostre si segnalano:
Assonanze/Dissonanze, Istituto Italiano di Cultura, New York 2013,
Primo piano d’artista, Museo del Novecento, Milano 2012.
La scultura di Fabio Viale sperimenta le possibilità del materiale con fare rigoroso, si misura con la tradizione conseguendo risultati spiazzanti e sorprendenti, che dimostrano come il pensiero più estremo e improbabile possa essere formalizzato. Il marmo, medium e allo stesso tempo idea, materia pesante, severa, antica quanto preziosa, diventa leggero, dinamico, duttile, anonimo quanto un derivato industriale oppure singolare riproduzione di grandi capolavori.
Esemplari le opere in cui il marmo assume le sembianze di un palloncino, di un aeroplano di carta, di un teschio di polistirolo e persino di una barca perfettamente funzionante. La scultura La suprema, due cassette in marmo colorato sovrapposte e ingigantite, è il monumento di un oggetto d’uso quotidiano riprodotto nei minimi dettagli, sul quale sono impressi i marchi dai quali deriva il titolo dell’opera. Un’immagine paradossale che crea nello spettatore un inganno percettivo per l’accuratezza esecutiva con la quale l’artista ripropone il materiale originario (il legno). Il suo è un procedimento mimetico che attraverso l’abilità e l'altissimo controllo tecnico conferisce nuove qualità al marmo coerentemente con la sua tradizione d'uso.